15 gen 2017

anche a milano le pietre d'inciampo a memoria di sei vittime del nazifascismo

Nei primi anni novanta del secolo scorso, l’artista tedesco Gunter Demnig, dopo aver partecipato a Colonia ad una cerimonia commemorativa sulla deportazione di rom e sinti, durante la quale una signora aveva negato che nel 1940 fossero stati deportati 1000 sinti, decise di dedicare la sua vita e il suo lavoro alla memoria delle vittime dell’Olocausto in tutto il mondo.
Nacque così il progetto “Pietre d'inciampo” (in tedesco Stolpersteine). L'iniziativa consiste nel posare sui marciapiedi delle città, davanti alla porta dell’edificio in cui abitarono le vittime del nazismo o nel luogo in cui furono fatte prigioniera, dei blocchi quadrati in pietra della dimensione di 9,6 x 9,6 cm e di 10 cm di altezza ricoperti da una piastra di ottone.
Sulla targa sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, l'eventuale data e il luogo di deportazione e la data di morte. Le pietre sono dedicate alla memoria delle vittime indipendentemente dall’etnia, dalla religione, dal genere, dalle idee politiche.
Un museo diffuso della memoria, della testimonianza. Chi si imbatte in queste pietre, anche casualmente, inciampa nella storia e nei destini di persone che sarebbero potuti essere i loro vicini di casa.
L'iniziativa ha portato, a novembre del 2016, all'installazione di oltre 60.000 "pietre" in vari paesi europei: Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Ucraina, Slovenia, Croazia, Romania ed Russia.
Il 28 gennaio 2010 anche l’Italia è entrata a far parte di questo progetto con l’installazione a Roma di trenta sampietrini, dedicati a ebrei, politici e carabinieri. Nel 2015 Gunter Demnig ha installato a Torino la cinquantamillesima pietra d'Europa in memoria di Eleonora Levi morta ad Auschwitz.
Attualmente si trovano pietre d’inciampo a Bolzano, Brescia, Genova, Chieti, Gorizia, L’Aquila, Livorno, Meina, Merano, Novara, Ostuni, Prato, Premolo, Ravenna, Reggio Emilia, Siena, Stresa, Teramo, Torino, Venezia, Viterbo.
Dal 19 gennaio 2017 all’elenco delle città italiane si aggiunge Milano, sui cui marciapiedi verranno posate sei pietre in memoria di tre deportati ebrei e di tre deportati per motivi politici.
Il primo appuntamento è in corso Magenta 55, alle ore 12:00, dove abitò la famiglia Segre (Alberto Segre fu assassinato ad Auschwitz nel 1944) e la stessa Liliana Segre, oggi presidente del Comitato milanese Pietre d’inciampo.
Altre cinque pietre verranno posate nelle seguenti vie della città lombarda:
- via dei Chiostri 2, dove c’era lo studio di Gianluigi Banfi, uno dei fondatori dello studio di architettura ed urbanistica Bbpr, assassinato a Gusen nel 1945;
- via Spontini 8 abitazione di Giuseppe Lenzi, collaboratore di Ferruccio Parri, assassinato a Gusen;
- via Plinio 20 abitazione di Dante Coen assassinato a Buchenwald nel 1945:
- via Vespri Siciliani 7, abitazione di Adele Basevi Lombroso arrestata dalla polizia italiana e deportata nel 1944;
- via Milazzo 4 abitazione di Melchiorre De Giuli assassinato a Ueberling,  sottocampo di Dachau nel 1945.

Ogni anno, per i prossimi 5 anni, saranno poste sui marciapiedi di Milano da 12 a 24 pietre d’inciampo.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dal Comitato milanese per le “Pietre di Inciampo” presieduto da Liliana Segre, che ha il patrocinio  del Comune di Milano ed è promosso da: Associazione Nazionale ex Deportati,  Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Comunità Ebraica, Federazione Italiana Associazione Partigiane, Associazione Rosa Camuna, Associazione Figli della Shoah, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Fondazione Memoria Deportazione, Fondazione Memoriale della Shoah, Istituto Nazionale Storia del Movimento di Liberazione “Ferruccio Parri”, Confederazione Sindacale Cigl, Cisl, Uil.

http://www.stolpersteine.eu/en/home/

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