1 dic 2015

parma cotto (di sergio salamone)

Tra i tanti interventi sull’ignobile messinscena che ha coinvolto il Dirigente dell’ICS Garofani di Rozzano, Marco Parma, proponiamo, oltre al nostro, naturalmente [clicca qui], quello di Sergio Salamone che nell’istituto incriminato ha insegnato. Il professore Salamone è oggi docente presso la scuola Media Pavoni di Milano, chiusa per amianto lo scorso mese di luglio [clicca qui]. Sulla vicenda della Pavoni abbiamo recentemente pubblicato un suo intervento [clicca qui] sul nostro blog unacrepaincomune.



Cari eucarioti,
a Rozzano ho insegnato circa otto anni fa: ricordi bellissimi.
Allora come ora era un paese di cui non si parlava bene. Perché? Perché pieno di emigrati siciliani, calabresi e pugliesi che si diceva facessero parte, nella maggioranza dei casi, di famiglie criminali.
Quindi un luogo che non veniva scelto da nessuno in quanto realtà difficile. Nel mio caso, mi ci mandarono a quel paese, ed io mi ci trovai benissimo. Ragazzini privati di ogni tenerezza che reagivano con rabbia alla dura realtà, ma che dimostravano anche un attaccamento che difficilmente ho ritrovato lungo la strada.

Adesso Rozzano è al centro di una serrata battaglia ideologica contro il preside della scuola primaria Garofani, Marco Parma, reo di aver vietato canti natalizi e presepio e di aver dato ospitalità a Babbo Natale.
Questo è uno di quegli episodi in cui si comprende quanto l’Italia sia lontana da una pur minima idea di Stato laico e di come i soliti avvoltoi della politica sappiano trarre linfa da questi avvenimenti.
Salvini si è presentato con il presepe parlando di come comunichi serenità e accoglienza, ma si era, poco prima presentato a difendere a spada tratta i valori del cristianesimo, Ignazio La Russa, celebre per il suo carattere pacato, accomodante e non violento.
Mariastella Gelmini si è messa a cantare Tu scendi dalle stelle; avrà capito che questa canzone non è dedicata a Silvio Berlusconi?
A coronare il tutto una signora biondo platino ha cominciato a menare a destra e a manca, in una nuova crociata in difesa dei valori evangelici, chiunque si azzardasse ad argomentare a favore della scelta del dirigente scolastico.
Ma entriamo nel merito. Non mi dilungherò sul Babbo Natale in rosso, sponsor della Coca Cola nel mondo.
Il preside avrebbe anche potuto decidere di rimuoverlo e non sarebbe stata una scelta errata.
Ma la decisione di non far eseguire i canti natalizi come tentativo di includere quei ragazzi che in Cristo Figlio di Dio non credono mi pare non faccia una piega.
Sennò potremmo pretendere qualsiasi cosa dai musulmani presenti nel Belpaese: la preghierina al mattino, l’alimentazione forzata a colpi di salame e una religione leggera leggera, così leggera, da non esistere nemmeno.
Chi si scaglia contro l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole non si scoraggi; il tempo non potrà che darci ragione.
Dare ragione a chi?
A chi, come me, crede che, essendo i simboli importanti, il crocifisso andrebbe rimosso dalle scuole proprio per restituirgli quel valore che ormai ha perso perché non più all’origine di una scelta.
Si entra in qualsiasi aula italiana ed eccolo lì, Gesù, rassegnato a dei bambini che nemmeno lo considerano più.
Del resto fa parte ormai “dell’arredamento scolastico”, è come un banco, insomma, una lavagna, un gessetto. E’ assolutamente deprivato di ogni funzione. Tant’è vero che ormai tutti parlano del Messia senza averne minimamente capito la portata filosofica e morale.
O vogliamo veramente credere che sia il Vaticano il prosieguo di tanto amore? O Forza Italia? O la Lega Nord? O Renzi? O Grillo?
Suvvia ragazzi non scherziamo …
La scuola deve essere un luogo dove si comincia a pensare senza imposizioni e prepotenze semantiche.
La maggioranza degli italiani (ma poi è forse vero nei fatti?) è cattolica, ma non tutti lo sono.
Libera Chiesa in Libero Stato, così si disse tempo fa.
A Parma, ormai chiaramente cotto, va la mia solidarietà e vicinanza.
A Cristo la mia stima, ma non la mia fede.
A chi usa il Vangelo come una mannaia va il mio disprezzo.
Al Crocefisso, dopo i fatti di questi giorni, suggerirei di fare il consueto scherzetto: andar via dal solito, insensato posto e lasciare scritto:
Torno subito (ma forse non risorgo più)!

Sergio Salamone, 30 Novembre 2015
http://meridionews.it/blog/madadayo/2015/11/30/parma-cotto/

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