19 giu 2013

i bambini ci parlano: sulle emozioni (di g. caliceti)

In aula riascoltiamo la registrazione della conversazione su tutto quello che c'è dentro al nostro corpo. Riascoltandola ci accorgiamo che ci sono cose visibili e invisibili. Decidiamo di fare due cartelloni distinti: uno per le cose visibili, l'altro per le invisibili.
Andiamo nel laboratorio di immagine. Chiedo a due alunni di togliersi le scarpe e distendersi a pancia all'aria sopra due fogli bianchi di carta da pacchi. Con un pennarello nero segno il contorno del corpo. Divido la classe in due gruppi. Nel primo cartellone i bambini disegnano quello che c'è di visibile dentro la prima sagoma, nell'altro quello che c'è di invisibile dentro la seconda sagoma. Dopo un'ora di lavoro si arriva alla conversazione. Mi colpisce soprattutto come i bambini hanno scelto e disegnato di collocare le cose invisibili.
Perché la paura è nella testa? Perché l'avete rappresentata così?
«La paura è nei pensieri. Nella testa». «Ci sono pensieri che fanno paura: abbiamo messo i fantasmini». «Poi ci sono i ricordi». «Il cervello». «La noia».
La timidezza l'avete disegnata sulla punta delle dita
«Perché quando uno si vergogna, trema un po'. E subito ti iniziano a tremare le mani, la punta delle dita». «Se sei timido e ti vergogni, le mani poi le puoi anche nascondere».
La saggezza perché è nei gomiti?
«Mi veniva così«. «Io l'ho colorata con colori chiari perché non è come la paura, che invece ha i colori scuri. Perché è una cosa bella. Vuole dire che conosci tante cose, ti comporti bene».
Dio è disegnato sul petto. In basso, a sinistra. E' disegnato come un bambino
«Secondo me doveva essere in testa perché Dio è nei pensieri». «No, va bene lì. E' come un bambino perché per me è Gesù Bambino che è nato. E' nella paglia, vedi?»
Avete disegnato anche l'anima: è una nuvola rotonda dentro la nuvola del respiro, grandissima, che parte dalla bocca e va giù verso la pancia e le gambe
«Perché l'anima sono come dei fantasmi che stanno dentro di te». «Sì, è dentro al corpo. Poi, quando muori, va in cielo». «La nuvola è rotonda perché il respiro è rotondo». «E' un po' vicina anche al cuore perché per me è attaccata al cuore»
Dentro il respiro c'è anche quello scarabocchio rosso: vicino avete scritto rabbia
«La rabbia è rossa. Non ha forma perché è fatta a caso. E' brutta, la rabbia». «Poi può anche uscirti del fumo dalle orecchie». «Ma quelli sono i cartoni!». «Per me la rabbia è dentro al respiro perché quando ti arrabbi cambia il respiro. E' anche il respiro che ti fa venire la rabbia. E' più arrabbiato anche il respiro».
La gentilezza è nella gamba, nell'inguine della gamba destra
«Perché dopo viene su fino alla faccia e ti fa sorridere». «Sì, viene su e ti consola».
La vergogna l'avete disegnata nelle due ginocchia: perché proprio lì?
«Perché quando hai vergogna metti indietro le gambe, vai via». «Perché ti tremano le ginocchia». «Perché hai paura di cadere e se cadi ti fai male alle ginocchia».
Nei piedi c'è la la felicità, la pigrizia e anche l'intelligenza: perché?
«Perché sono come la voglia di correre, di giocare, si usano i piedi».
Forse l'intelligenza doveva stare nella testa? Nel cervello?
«No, perché non è facile stare in equilibrio e devi stare sempre attento a non cadere». «La pigrizia è nei piedi perché se cammini tanto i piedi dopo si stancano e ti devi sedere per riposarti». «Quando sei felice hai voglia di muoverti e poi ti stanchi e ti fermi».

(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 6 giugno 2013)

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