30 mag 2012

io e il terremoto, di francesco mele insegnante di carpi

Stanotte ho dormito in macchina sotto casa.
Ho portato mia moglie e mia suocera a Merano (casa di mia suocera) e mia figlia a Bologna dove studia.
Io però ho deciso di rimanere in zona, la casa è la casa ...
Qui le scosse si susseguono e qualcuna si sente anche, e vi assicuro che si sentono anche quelle che non ci sono. E poi il rombo che le accompagna ti segna nel profondo più dell'ondeggiamento, come se la memoria sonora fosse più potente di ogni altra.
Ieri pomeriggio giunti a Merano siamo scesi io e Lilli a fare un po' di spesa in un supermercato e abbiamo sentito scosse anche mentre scarrellavamo tra le corsie e guardandoci intorno ci dicevamo, come mai gli altri non le sentono?
E' incredibile come ti rimanga la memoria di soglia anche in questi casi, proprio come ti rimane la sensazione di avere un cappello in testa anche dopo essertelo tolto.
Ma tiriamo avanti.
Adesso sono di nuovo in casa e la mia sedia molleggiata ogni tanto mi trasmette emozioni forti, alle 8 sono scattato su ma è stata breve e non tanto intensa anche se sussultoria in modo decisamente avvertibile.
Incredibile davvero come questa cosa ti segni nel profondo.
Ieri parlando con mia figlia cercavo di spiegare che ci sono esperienze, emozioni, che non puoi conoscere fino in fondo se non le hai provate direttamente, dall'esterno ci può essere solidarietà e affetto che sono fondamentali e danno conforto, ti fanno sentire la vicinanza delle persone che ti amano e sono indispensabili per affrontare l'emergenza ... ma da dentro è tutta un'altra cosa ...

Per spiegarglielo le ho raccontato quando mi è capitato di capire questa cosa; ero ancora studente universitario e aiutavo i compagni dei PID - Proletari in Divisa - compagni che continuavano la loro militanza durante il servizio militare; ricordo che eravamo con loro solidali, mettevamo a loro disposizione il nostro tempo, li aiutavamo come potevamo in quella mezz'ora, un'ora che venivano a trovarci in sede, andavamo a volantinare davanti alle caserme ... ma ... ho capito cosa vuole realmente dire vivere l'assurdità della vita militare solo quando sono partito a mia volta, tra l'altro in un periodo topico della vita collettiva che vivevamo, era il maggio del '77. Se non ci sei dentro puoi cogliere solo in parte cosa succede all'animo umano in questi casi.
Chi di voi ha vissuto in prima persona il terremoto sa a cosa mi riferisco.
Io stesso fino a ieri, pur avendo vissuto da sveglio e in diretta la paura delle 4 del mattino di domenica scorsa, nel corso della settimana che è seguita mi sono quasi dimenticato della miriade di scosse che intanto si susseguivano, piccole, anche se avvertibili.
Fino a lunedì,
fino alla scossa dell'una ...
Anche dopo quella delle 9 avevo ancora un atteggiamento possibilista, dai torniamo a casa, mi dicevo, mentre ero nel parco insieme a moglie, suocera, figlia e cagnetta Wendy che è la mia seconda figlia, e tanta gente lì accampata; li ho lasciati al parco più volte per andare in casa a vedere com'era la situazione, e intanto continuavo a pensare che fare, mentre mi aggiravo tra le case e i palazzi con tanta gente per strada e scene di panico ...
Continuavo a dirmi che il peggio era passato e potevamo azzardare a rientrare i casa; addirittura pensavo a come imbastire il pranzo ... Tornato al parco ho scoperto che qualche anima buona aveva provveduto ad un pasto volante e anch'io ho mangiato un po' di insalata e un boccone di salsiccia, il pranzo era andato ... sono rimasto seduto in macchina a sentire la radio per gli aggiornamenti e ad un certo punto metto in moto per raddrizzare la macchina che era parcheggiata male nella strada che passa davanti al parco ... non faccio a tempo a spostarla, ho ancora lo sportello aperto, e arriva la scossa dell'una, quella di 5punto3, e la macchina comincia a ballare paurosamente ... e non si ferma, non si ferma ... e non si ferma e ondeggia paurosamente in tutte le direzioni e io non capisco subito e penso a qualcosa nel motore (c'è qualcosa in me che non si rassegna), ma lei continua a ondeggiare e sento i rumori meccanici di questo ondeggiare e guardo il volante perplesso, poi alzo lo sguardo e vedo un mega lampione, di quelli con l'estremità ad arco che ondeggia vistosamente, v i s t o s a m e n t e, impressionante ... lì ho capito cosa dovevo fare, portare in salvo i miei, lontano da qua, forse a rimanere non correremmo i rischi della povera gente più vicina all'epicentro, ma l'impatto emotivo è incontrollabile e, se puoi, meglio evitarlo ... anche la paura può essere micidiale, certo non come un crollo, ma altrettanto devastante per la psiche.
Mai come ieri è stato leggero sciropparmi gli oltre 700 km tra Carpi, Merano, Bologna e poi di nuovo a Carpi ... e poi mia figlia si è offerta di accompagnarmi in questa avventura; all'inizio pensavo di portare prima lei a Bologna e poi andare su a Merano per tornare a Carpi in serata, la sua offerta di accompagnarmi per non lasciarmi solo mi ha commosso, e per tutto il viaggio di ritorno mi ha tenuto la mano stretta mentre guidavo ... piccola ... e abbiamo parlato un sacco e provato a rielaborare le emozioni così forti vissute ... impagabile ... anche in barba ad eventi incontrollabili possiamo godere e trovare ragioni di vita, quelli sì sotto il nostro controllo ...
Molti di voi mi hanno cercato e mi hanno fatto sentire la vicinanza e la disponibilità e qualcuno ha insistito perchè dormissi via da qua. Mi sono emozionato ogni volta a sentirvi così vicini e preoccupati, talvolta fino alle lacrime. Non vi dico Lilli e Camilla quanto me l'hanno menata su questa storia del venire via da qua.
Ma a loro e a tutti ho risposto che ieri sera mi sarei sentito fuori luogo in qualunque altro luogo, non so se si tratti di un legame con la casa o con il luogo o con le genti o con qualcosa di indefinito che lega le persone che vivono insieme un'esperienza così forte, non so ... ma io stanotte dovevo essere qui
Ho dovuto patteggiare con mia figlia il tempo che sono rimasto in casa e mi ha tormentato di telefonate e sms finchè non sono uscito intorno a mezzanotte ... Ho girato un po' per la città tra tende nei prati, camper, parcheggi con assembramenti di persone intorno a tavoli da campeggio, materassi sulle aiuole, auto con i portelloni aperti ... tutto il centro storico è transennato, chiuso alle auto e un cartello avvisa che è consentito accedere solo per i residenti con casa agibile, non è molto incoraggiante ...
Sono tornato a casa, ho lasciato la luce accesa in sala, in modo che da fuori sembri presidiata e mi sistemo con la macchina a ridosso di una vicina casa bassa, con le mie finestre illuminate a portata di sguardo ... alle tre meno un quarto mi sveglio di soprassalto per una scossa che fa ondeggiare l'auto ... a quel punto mi rassegno e con l'iphone mi collego al sito dell'INGV e leggo l'entità quasi in diretta, tre scosse consecutive nel giro di otto minuti, 2.2, 2.3, 2.1 ... la macchina è ferma ora, si torna a dormire, alle sette mi sveglio e salgo in casa, tutto tranquillo, ma ogni rumore è una botta di adrenalina ...

Ancora adesso le scosse continuano ... ma ora è l'ora di riprendere la vita ... passerà

franx

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